Raffaele Mezza il Mattino 4/12/01 pagina 10, 4 dicembre 2001
I Magi non erano re, ma astronomi. Matteo, l’unico evangelista che riporta l’episodio, li chiama «màgoi», «sapienti»
I Magi non erano re, ma astronomi. Matteo, l’unico evangelista che riporta l’episodio, li chiama «màgoi», «sapienti». Sembra che i Magi non fossero nemmeno tre. Nel testo greco dei Vangeli manca il numero, nella cattedrale di Colonia sono custodite le reliquie di dodici Magi. Anche in Siria si crede che i Magi fossero dodici. Sembra che il numero tre derivi dai doni offerti a Gesù (oro, incenso e mirra). I nomi dei Magi furono sconosciuti fino al settimo secolo. Melchiorre significa «Il mio re è luce», Baldassarre sarebbe la traslitterazione dell’ebraico «Belshassar», mentre non si ha nessuna spiegazione per Gaspare. Non si sa neanche quando i Magi arrivarono a Betlemme. Il 6 gennaio è una data impossibile: essendo partiti dalla Persia, il viaggio dovette durare almeno qualche mese. Inoltre, Matteo dice che i Magi trovarono il Bambino nella casa, non nella mangiatoia. Sulla «stella» che guidò il loro cammino ci sono alcune teorie, ma nessuna regge alla critica scientifica. Per l’astronomo polacco Robert Sadowki si identificherebbe con la tripla congiunzione tra Giove e Saturno. Per il britannico Patrick Mooure si trattò della cometa di Halley. Lo Stockwell la identifica con la congiunzione Venere-Giove del 748. Il Goodrike parlò di una «stella nova», ma nessun astronomo dell’antichità ne fa cenno.