Desmond Morris, Christmas Watching, Jonathan Cape, London 1992, 22 dicembre 1994
Il professor Clement Moore, ordinario di Letteratura greca e orientale all’università di New York, autore di un ponderoso volume sul ”Lessico della lingua ebraica”, aveva sei figli e per renderli allegri a Natale scrisse la poesia: A Visit from St Nicholas cioè ”Una visita di San Nicola”
Il professor Clement Moore, ordinario di Letteratura greca e orientale all’università di New York, autore di un ponderoso volume sul ”Lessico della lingua ebraica”, aveva sei figli e per renderli allegri a Natale scrisse la poesia: A Visit from St Nicholas cioè ”Una visita di San Nicola”. I versi dicevano all’incirca (traduzione libera nostra): ”Bum bum bum/ Batte sul tetto/ una slitta, son le renne/ Salta giù dal caminetto / San Nicola con le strenne”. Pubblicata, la poesia ebbe un enorme successo e diffuse in tutto il mondo la saga di San Nicola, cioè Santa Claus. Gli esperti videro subito che Moore, con l’aria di comporre uno scherzetto, aveva fuso i miti più svariati, l’Uomo inverno dei finlandesi (che girava con le renne) e l’abitudine lappone di entrare nelle case dal tetto. Le renne della slitta di Babbo Natale erano otto come le zampe del cavallo di Odino. Il cavallo di Odino si chiamava Sleipnir, Clement Moore chiamò invece le sue renne Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, Blitzen, vale a dire - nella traduzione nostra - Brillo, Ballo, Balzo, Burbo, Stella, Amore, Dondo e Turbo. Per inciso, è praticamente impossibile guidare una slitta tirata da otto renne.