Stefano Bartezzaghi, La Stampa, 02/06/1995, 2 giugno 1995
Antonio Magliabechi (1693-1714) era di origini modeste e lavorava come garzone in gioielleria. A quarant’anni si mise a studiare, si acculturò con rapidità prodigiosa e presto gli fu affidata la Biblioteca Palatina
Antonio Magliabechi (1693-1714) era di origini modeste e lavorava come garzone in gioielleria. A quarant’anni si mise a studiare, si acculturò con rapidità prodigiosa e presto gli fu affidata la Biblioteca Palatina. Era considerato «l’uomo più brutto, più trascurato, più sudicio, più erudito che fosse al suo tempo» e ispirò ogni sorta di maldicenza: si dice che si cibasse solo di insaccati e che usasse fette di salame a mo’ di segnalibro. Non mise mai piede fuori Firenze se non quella volta che, per vedere un certo manoscritto, si spinse fino a Prato. La sua collezione di 25 mila volumi forma il fondo originario della Biblioteca Nazionale di Firenze.