7 febbraio 2001
Euro Claudio Nobile, di anni 38, pranoterapeuta e per questo detto ”Il Mago”, arrestato dopo aver tagliato la gola al proprio figlioletto di sei anni, disse poi ai carabinieri di aver sognato il proprio bambino morto e vegliato da una donna bionda che teneva in pugno un coltello insanguinato
Euro Claudio Nobile, di anni 38, pranoterapeuta e per questo detto ”Il Mago”, arrestato dopo aver tagliato la gola al proprio figlioletto di sei anni, disse poi ai carabinieri di aver sognato il proprio bambino morto e vegliato da una donna bionda che teneva in pugno un coltello insanguinato. Il viso di questa donna non era riconoscibile. Ma la moglie di Euro Claudio Nobile, Elena Porretta, di anni 36, infermiera, ha effettivamente i capelli biondi. Quando, dopo aver fatto quello che aveva fatto, Nobile è uscito di casa e l’ha incontrata, le ha gridato: «Vieni a vedere! Sei stata tu!». I carabinieri hanno riferito che l’uomo è epilettico. I cronisti hanno appurato che marito e moglie, sposi nell’ ’89, genitori nel ’91, sono separati di fatto da due anni. Da un mese il tribunale aveva affidato il bambino alla madre, consentendo al padre di vederlo una sola volta alla settimana, per una sola ora e sempre alla presenza dell’assistente sociale. Il padre picchiava la madre, picchiava il figlio e il figlio aveva per questo una difficoltà di parola e un carattere a sua volta violento, troppo spesso aggressivo nei confronti dei compagni di scuola. Ecco come avvenne il delitto: la madre, giunta a scuola verso l’una per prendere il figlio e parcheggiata la macchina proprio davanti all’ingresso, vide che lì in piedi sul marciapiede stava pure il marito. Se ne spaventò, corse dentro e chiese aiuto a una suora. Costei tranquillizzò la donna e accompagnò lei stessa il piccolo alla macchina, facendolo accomodare davanti, nel posto accanto al guidatore. Il bambino abbassò la sicura. La madre fece allora il giro per entrare a sua volta in macchina e, senza pensarci, disse al figlio di rialzarle la sicura. Il piccolo capì male e rialzò la sicura sua. Il padre, che da fuori aspettava, aprì la porta e se lo portò via, vanamente inseguito dalla monaca, a cui nell’inseguimento non ressero le gambe. Il villino dell’uomo era del resto a cinquecento metri e l’uomo fu velocissimo: entrò in casa trascinando il bambino, andò in cucina, aprì un cassetto, estrasse un coltello che aveva una lama di venticinque centimetri e, afferrato il figliolo per i capelli, fece quello che fin dal mattino aveva pensato di fare. Il bambino aveva nome Damiano. In Millesimo, vicino Savona, sabato 7 giugno 1997.