Flora Lepore, Chi, 17/11/1999. La seconda parte: Monica Setta, Gente 3/5/2005, 17 novembre 1999
Livia Turco, ministro diessino per la Solidarietà e la Famiglia, da 20 anni compagna di Agostino Loprevite, potrà finalmente realizzare il sogno di sposarsi in chiesa, coltivato per anni («lo avevo promesso alla mia mamma») ma sempre rimandato per i troppi impegni politici e per la nascita, nel frattempo, del figlio Enrico
Livia Turco, ministro diessino per la Solidarietà e la Famiglia, da 20 anni compagna di Agostino Loprevite, potrà finalmente realizzare il sogno di sposarsi in chiesa, coltivato per anni («lo avevo promesso alla mia mamma») ma sempre rimandato per i troppi impegni politici e per la nascita, nel frattempo, del figlio Enrico. Cerimonia nella chiesa di Morozzo, paesino natio della campagna cuneese. Completo (GdA) questa notizia con l’intervista data da Livia Turco a Gente, stamattina 26/04/2004 in cui dà una versione diversa e dice: "Con il mio compagno Agostino che ho conosciuto alle Frattocchie tanti anni fa (alle Frattocchie c’era la scuola del partito - ndr.) esiste ancora oggi uuna dialettica di rapporto che ci spinge al confronto su tutto. Lo amo, ma sono pronta a discutere con lui ogni momento, non diamo nulla per scontato". Dice di avere un nuovo rapporto con la femminilità: "Ho comprato vestiti, indosso orecchini e a volte, lo ammetto, mi trucco. Con la maturità ho scoperto di voler dare un lessico alla mia sfera sentimentale finora inesplorata, alla mia interiorità femminile. Mi voglio liberare del filo di perle deprecando però quella generazione di donne che per sconfiggere il tempo cede al lifting. La bellezza è un valore che si conquista lentamente, io, per esempio, non mi sono mai sentita particolarmente affascinante, ma oggi sono più benevola verso me stessa. Mi assolvo più facilmente di quanto facessi a vent’anni. E mi piaccio di più". A cambiarla, confessa, è stata la nascita del figlio Enrico, frutto della lunga relazione con il compagno Agostino che finora non ha mai sposato. "Quando lo vidi la prima volta alle Frattocchie fui colpita dai suoi occhi ma lui stava con un’altra, era il 1976 e ci scambiammo gli indirizzi. Fui io a cercarlo e dopo un po’ ci mettemmo insieme. Agostino non ha mai pensato alle nozze, ma io volevo far felice mio padre Giovenale, operaio di Morozzo, cattolicissimo. Tredici anni fa però, quando il mio compagno decise che potevamo anche sposarci, successe una cosa curiosa. Andai con mia madre nella chiesa del mio paese, cominciai le pratiche e mi iscrissi al corso prematrimoniale, poi restai incinta di Enrico e bloccai tutto. L’anno dopo tornai dal parroco che ero madre da pochi mesi e lui mi disse che, se volevo sposarmi, dovevo andare a Torino. Per la parrocchia di Morozzo, infatti, ero una concubina. Ho promesso a papà che presto mi sposerò". Suo aneddoto su Fassino: "E’ pedagogico, austero ma sa dire le cose più dure con molta tenerezza. Mi ricordo una volta, scendevo le scale della sezione di cui ero segretaria e vestivo come sempre in maniera eccessiva mescolando colori sbagliati. Fassino mi vide e allargò le braccia: Livia, vai a Parigi, ti pago io il viaggio ma almeno impari a vestirti. Andai in bagno offesa e ni accorsi che aveva ragione". Amori con qualcuno di destra? "Mai. Ma se dovessi trovarmi su un’isola deserta vorrei avere con me Gianfranco Fini, Luca Cordero di Montezemolo e Marlon Brando".