Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  novembre 22 Lunedì calendario

Judy Filonov, 33 anni, una delle ragazze squillo di Heidi Fleiss (la maîtresse di Hollywood accusata di sfruttamento della prostituzione ed evasione fiscale) ha rivelato al quotidiano ”New York Post” di aver avuto tra i suoi clienti più assidui Charlie Sheen, Jack Nicholson, Tony Curtis, Mickey Rourke e Nicholas Cage

Judy Filonov, 33 anni, una delle ragazze squillo di Heidi Fleiss (la maîtresse di Hollywood accusata di sfruttamento della prostituzione ed evasione fiscale) ha rivelato al quotidiano ”New York Post” di aver avuto tra i suoi clienti più assidui Charlie Sheen, Jack Nicholson, Tony Curtis, Mickey Rourke e Nicholas Cage. «Da me volevano non tanto o non solo sesso facile, senza complicazioni, ma soprattutto rassicurazioni sulla loro mascolinità. Alla fine mi chiedevano sempre: ti è piaciuto, è vero che sono l’amante migliore che hai incontrato? Era una vita assolutamente incredibile fatta di dissolutezza, cocaina a fiumi e tantissimo denaro». Con Jack Nicholson fu quasi un fidanzamento, lei non gli chiedeva soldi ma doveva essere sempre a disposizione dei suoi umori («e non era facile»): «Amava le ammucchiate, in particolare gli amplessi a tre, e aveva sempre una scuderia di ragazze disponibili. A volte cercai di fargli capire che non gradivo, ma lui si infuriava». L’anno scorso, quando lui vinse l’Oscar per Qualcosa è cambiato, Judy gli telefonò: «Non si ricordava neppure chi fossi. Ero stata solo un pezzo di carne anonimo. Una fra mille. Un kleenex». Con Nicholas Cage si incontrò poco prima che lui sposasse Patricia Arquette: «Cominciammo a giocare a biliardo e finì inevitabilmente a letto. Aveva gusti molto particolari, quasi eccentrici. Ma soprattutto un grande bisogno di sentirsi dire che tra le lenzuola era imbattibile».