La Repubblica, 30/11/1999, 30 novembre 1999
Carcere circondariale di Chiavari, sabato 27 novembre. Ore 20.35. Alla presenza del sostituto procuratore Margherita Ravera, del maggiore Filippo Ricciarelli, del capitano Corrado Scattarettico, riprende l’interrogatorio di Simone Fazio Morachioli, assistito dall’avvocato Federico Mallucci
Carcere circondariale di Chiavari, sabato 27 novembre. Ore 20.35. Alla presenza del sostituto procuratore Margherita Ravera, del maggiore Filippo Ricciarelli, del capitano Corrado Scattarettico, riprende l’interrogatorio di Simone Fazio Morachioli, assistito dall’avvocato Federico Mallucci. Alle 18.10 il fermato aveva sostenuto: «Non ho niente da dire». Alle 18.30, aveva raccontato d’aver fatto visita ai nonni, giovedì pomeriggio: di aver parlato con loro, e di aver lasciato l’appartamento mezz’ora più tardi. Vuole aggiungere qualcosa? «Desidero integrare quanto da me dichiarato precedentemente». Partiamo da giovedì pomeriggio. «Ho trascorso la prima parte del pomeriggio con degli amici, al bar. Verso le 18 sono arrivato in via Dante, ho parcheggiato davanti al bar Verdi. Alle 18.10 ho citofonato: mi ha risposto mia nonna, mi ha detto di salire. stata lei ad aprirmi la porta: sono entrato, abbiamo parlato per circa una mezz’ora. Eravamo in sala, vicino alla libreria». A questo punto Simone Fazio Morachioli racconta dell’ennesima discussione con i nonni. Dice che ha bisogno di soldi. «Il nonno mi ha risposto che mi aveva già dato 25 milioni per comprare il furgone, e che si era rivolto all’avvocato perchè non voleva più darmi una lira». Lei cosa ha fatto? «Gli ho detto che mio padre, cioè suo figlio, non ce la faceva a tirare avanti. Io ho vent’anni, già per me è praticamente impossibile trovare un lavoro. Mio padre ha più di quarant’anni, pensate che sia facile essere assunti a quell’età? E mia madre sta male, soffre di esaurimento nervoso». Cosa le hanno risposto? «Che mio padre era solo un fannullone. E che mia madre non aveva nessuna malattia».