Fabio Sindici, La Stampa, 30/12/1999., 30 dicembre 1999
Vittorio Emanuele II di Savoia e la sua amante preferita Rosa Vercellana, nota come la ”bella Rosìn”, figlia di un tamburino, nominata contessa di Mirafiori, si scambiavano lettere e fissavano i loro appuntamenti tramite il generale Ettore Bartolè Viale, aiutante di campo del re, che divenne il confidente di entrambi
Vittorio Emanuele II di Savoia e la sua amante preferita Rosa Vercellana, nota come la ”bella Rosìn”, figlia di un tamburino, nominata contessa di Mirafiori, si scambiavano lettere e fissavano i loro appuntamenti tramite il generale Ettore Bartolè Viale, aiutante di campo del re, che divenne il confidente di entrambi. Sebbene Vittorio Emanuele non fosse fedele a Rosìn come non lo era stato alla regina Maria Adelaide, la loro relazione durò tutta la vita: nel 1869 si sposarono in chiesa e nel 1877 morganaticamente. Dalla loro unione nacquero due figli, di cui il re era orgoglioso: «Guardate che bei prodotti che si ottengono quando si mescola il nostro sangue a quello del popolo».