Vittorio Zucconi, la Repubblica 08/09/1999, 8 settembre 1999
Dall’America che vent’anni or sono lanciò nel mondo la ”rivoluzione fiscale” di Reagan arriva adesso il segnale shock della ”controrivoluzione”
Dall’America che vent’anni or sono lanciò nel mondo la ”rivoluzione fiscale” di Reagan arriva adesso il segnale shock della ”controrivoluzione”. Mentre le nazioni degli Stati Uniti d’Europa sono ancora impantanate, con una generazione di ritardo sugli Stati Uniti d’America, nel dilemma tra fisco e stato sociale, il pubblico americano imbocca la strada opposta: rifiuta addirittura un assegno da 792 miliardi di dollari - circa un milione e cinquecentomila miliardi di lire - che il suo Parlamento vorrebbe regalargli sotto forma di drastici tagli alle tasse sul reddito e chiede che quei soldi vengano spesi invece per scuole, sanità, pensioni, assistenza, per quel che resta del Welfare State. Non è un refuso di stampa, né un’invenzione giornalistica di fine estate. soltanto la conferma che in una democrazia matura, gli elettori sono spesso più avanti, e spesso più responsabili, di chi li governa.