Maria Grazia Bruzzone, Maria Teresa Meli, La Stampa 26/11/1999; Walter Mariotti, il Giornale 27/11/1999, 26 novembre 1999
Rimandata al 3 dicembre la puntata del programma ”Porta a porta” che venerdì scorso Bruno Vespa voleva dedicare alla vertenza D’Alema-Forattini (D’Alema ha chiesto tre miliardi di danni per la vignetta che lo ritrae intento a bianchettare i nomi del dossier Mitrokhin)
Rimandata al 3 dicembre la puntata del programma ”Porta a porta” che venerdì scorso Bruno Vespa voleva dedicare alla vertenza D’Alema-Forattini (D’Alema ha chiesto tre miliardi di danni per la vignetta che lo ritrae intento a bianchettare i nomi del dossier Mitrokhin). Versione ufficiale della Rai: per l’ufficio legale c’era il rischio di una «responsabilità aziendale per amplificazione del danno», oltretutto sarebbero state violate le regole di presenza dei politici in tv alla vigilia delle elezioni (era previsto anche l’intervento di Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita e Umberto Bossi). Secondo voci di corridoio di viale Mazzini il direttore della Rai Pierluigi Celli avrebbe sospeso il programma per le pressioni di Palazzo Chigi: «I ”boatos” divergono solo sulla data di quel colloquio telefonico» (Maria Teresa Meli). Franco Cardini, ordinario di Storia medievale all’Università di Firenze: «D’alema è fatto così, lui non si diverte, non vuole essere preso in giro. Accusare legalmente Forattini è la dimostrazione che non ha un gran senso dell’humor». Su ”Avvenire” del 25 novembre: «Il senso dell’umorismo è come il coraggio di don Abbondio: se uno non ce l’ha, non se lo può dare».