Vincenzo Vasile, L’Unit 16/12/1999, 16 dicembre 1999
Era accaduto già una decina di volte negli ultimi anni nella capitale e in altre parti d’Italia. E i giornali avevano registrato impassibili la ”curiosità” di questi rapimenti veloci, apparentemente indolori
Era accaduto già una decina di volte negli ultimi anni nella capitale e in altre parti d’Italia. E i giornali avevano registrato impassibili la ”curiosità” di questi rapimenti veloci, apparentemente indolori. Ma ormai si ha l’impressione che si tratti solo della punta di un iceberg, ben più esteso e massiccio: sono gli stessi poliziotti e magistrati a dirsi difatti convinti che in molte altre occasioni i sequestri lampo si siano invece consumati nel silenzio, senza denuncia, senza processo, senza statistiche. Un giro ”grigio” di riscatti non quantificabili, sborsati, dunque, da questi nuovi ”schiavi ad ore”: comuni cittadini – non grandi finanzieri, non megaimprenditori, non ricchissimi personaggi del jet set – terrorizzati, prelevati e rilasciati nel giro di poche ore. Magari dopo una visita risolutiva ”sotto scorta” allo sportello della banca, per svuotare il proprio conto corrente personale e consegnare pure gli spiccioli ai rapitori: a volte, a quanto pare, si accontentano di qualche decina di milioni. Una specie di tassa, una tantum, calibrata sulle effettive disponibilità di reddito dei malcapitati [...