Doriano Fasoli, líUnit 21/12/1999, 21 dicembre 1999
Elémire Zolla, già professore di Letteratura anglo-americana, tra i massimi conoscitori delle filosofie orientali, studia il martirio dei primi cristiani: «La formula del martirio è la fusione della anabasi o resurrezione con salita nei cieli, e dalla catabasi o sprofondamento nell’Ade, nella tortura, nello strazio mortuario
Elémire Zolla, già professore di Letteratura anglo-americana, tra i massimi conoscitori delle filosofie orientali, studia il martirio dei primi cristiani: «La formula del martirio è la fusione della anabasi o resurrezione con salita nei cieli, e dalla catabasi o sprofondamento nell’Ade, nella tortura, nello strazio mortuario. Due movimenti opposti che non si immaginavano sovrapponibili e fusibili, il martire avanzava verso la morte col sorriso sulle labbra. Accettava lo strazio con entusiasmo gioioso. Fondeva l’inferno e la salita nei cieli. Lo spettacolo era talmente sconvolgente, che bastò a rivoluzionare il mondo antico. Non era ignoto il rapimento mistico: basti pensare ai neoplatonici, a Plotino. Ma l’amalgama con l’abbraccio della tortura, questo non era noto. E maree di persone, di semplici, si esibivano in tale stato in tutti i circhi. Di qui deriva il culto del dolore nel mondo cristiano. L’anabasi e la catabasi fusi insieme!».