Paola De Carolis, Corriere della Sera 20/12/99, 20 dicembre 1999
Dopo un’assenza di centocinquanta anni le foche sono tornate a nuotare nel Tamigi. Fino al XIX secolo vi abitavano inisieme a salmoni e delfini, ma l’espansione della città e del commercio trasformarono il fiume in un’arteria trafficatissima dove venivano scaricate tonnellate di rifiuti
Dopo un’assenza di centocinquanta anni le foche sono tornate a nuotare nel Tamigi. Fino al XIX secolo vi abitavano inisieme a salmoni e delfini, ma l’espansione della città e del commercio trasformarono il fiume in un’arteria trafficatissima dove venivano scaricate tonnellate di rifiuti. Per il recupero biologico del Tamigi sono stati spesi circa 1.500 miliardi di lire e oggi le sue acque ospitano 116 specie, il cinquanta per cento in più rispetto al 1979. «Ormai le foche nuotano su e giù con sempre maggiore frequenza. Per adesso arrivano dall’Essex, dove ci sono vere e proprie colonie, ma chissà. A lungo andare potrebbero ristabilirsi a Londra» (Mark Stevens, della British Divers and Marine Life Rescue). Un portavoce del Metropolitan River Police ha precisato però che «le foche possono essere pericolose. Quando vengono disturbate sanno essere aggressive, per non parlare dei problemi in cui si cacciano». Di recente la polizia del fiume ha dovuto salvarne una che si era infilata nei tubi della centrale nucleare di Dungeness, nel Kent .