Il Sole-24 Ore 02/09/1999, 2 settembre 1999
Jeffrey Sachs: «Credo si faccia un grande errore ad attribuire i problemi della Russia alla ”velocità” delle riforme economiche, soprattutto perché sono davvero poche! [
Jeffrey Sachs: «Credo si faccia un grande errore ad attribuire i problemi della Russia alla ”velocità” delle riforme economiche, soprattutto perché sono davvero poche! [...] La causa non è l’eccessiva velocità: sono la geografia, le condizioni strutturali e, ovviamante, la politica. La geografia: nei paesi più vicini ai mercati occidentali (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Slovenia e gli Stati Baltici) la transizione al capitalismo è stata molto più facile. Quando un’impresa, per esempio Volkswagen, decide di comprarsi alcune componenti all’est, si rivolge quasi sempre prima a un paese vicino, per esempio la Polonia, piuttosto che all’Ucraina o alla Russia. Gli investimenti stranieri e le esportazioni sono stati i motori principali della ripresa economica in paesi come Croazia, Polonia, Slovenia ed Estonia. [...] Condizioni strutturali: la Russia dipendeva dalle esportazioni tradizionali di petrolio e gas, ma il loro valore è precipitato negli anni ’90, la produzione russa di petrolio è diminuita notevolmente e i prezzi mondiali delle fonti di energia sono bassi dal 1986. Inoltre, prima del 1989, l’Unione Sovietica vendeva alta tecnologia antiquata agli altri paesi comunisti che ora acquistano tecnologie occidentali».