Dario Pollice MF 25/11/1999, 25 novembre 1999
In Italia, Internet è un mercato ancora vergine dove nessun analista economico è in grado di esprimere un’idea precisa quando si tratta di stimare un’azienda del settore
In Italia, Internet è un mercato ancora vergine dove nessun analista economico è in grado di esprimere un’idea precisa quando si tratta di stimare un’azienda del settore. Mario Spreafico, gestore Royal&Sun Alliance, dice che per calcolare il giusto prezzo dei titoli Internet non si può ragionare in termini di utili previsti ma di utili sperati: più rischio in cambio di un ritorno più alto (finora le società venivano valutate secondo la redditività prevista e il potenziale spazio di crescita nel mercato di appartenenza). «L’opinione prevalente è che nel campo dell’hi-tech e di Internet i margini potenziali di crescita siano eccezionali ma io ne dubito considerando che i campi di applicazione sono 4 (trading on line, e-commerce, costruzione di siti e portali, interconnessione tra telefonia mobile e applicazioni web) non vedo quali possano essere questi eccezionali spazi di crescita di cui tutti parlano. Il potenziale cliente del trading on line, qui in Italia almeno, si riduce a due categorie di persone: il giovane professionista con il pallino delle nuove tecnologie e i cosiddetti pensionati di lusso (ex dirigenti o piccoli imprenditori in pensione da pochi anni). L’italiano in genere vuole vedere ciò che compra, con ogni probabilità acquisterà sul web solo quei beni riconducibili alla non tangibilità, come viaggi e libri».