Eugenio Capodacqua, la Repubblica 27/12/1999, 27 dicembre 1999
Il pm Pierguido Soprani di Ferrara sta conducendo un’indagine sul centro di ricerche biomediche applicate allo sport diretto dal professor Francesco Conconi
Il pm Pierguido Soprani di Ferrara sta conducendo un’indagine sul centro di ricerche biomediche applicate allo sport diretto dal professor Francesco Conconi. Soprani ha cominciato ad indagare insospettito dagli atti di un convegno sul doping svolto in Norvegia nel 1993: Conconi aveva illustrato i risultati dei suoi esperimenti su 22 atleti di livello amatoriale. Nel primo numero del mensile ”GQ” (ottobre 99) vennero però pubblicati i testi del ”file Epo” contenuto nel computer del laboratorio di Conconi (provenivano da un sequestro dei Nas): si trattava di una lista nella quale venivano illustrati gli effetti di trattamenti dopanti su campioni quali i ciclisti Marco Pantani, Claudio Chiappucci, Gianni Bugno, Maurizio Fondriest e gli sciatori (fondo) Manuela Di Centa, Silvio Fauner, Maurilio De Zolt, Marco Albarello. Soprani ha confrontato i dati ”Norvegia 93” con quelli del ”file Epo” ed ha notato una strana serie di coincidenze: il numero dei soggetti ”trattati” (23), quello dei test eseguiti (148), il numero degli atleti ”non trattati” (il cosidetto gruppo di controllo, 110 individui per 254 misurazioni in entrambi i casi). Sarebbero identiche anche le medie aritmetiche di alcuni valori modificati dopo il trattamento (recettore solubile della transferina: 3,35 con deviazione standard di 1,13 per i ”trattati” e 1,91 con deviazione standard 0,45 per i ”non trattati”). Conclusione di Soprani: Conconi si faceva bello a spese del Coni (aveva un contratto per centinaia di milioni l’anno, da qui i molti che parlano di ”doping di Stato” tipo Cina e Germania Est) fingendo di dare la caccia ai dopati ed intanto usava gli esperimenti per rendere invincibili i suoi clienti.