Eugenio Capodacqua, la Repubblica 28/12/1999, 28 dicembre 1999
Gianluigi Barsottelli, trentaquattrenne di Camaiore, professionista dal ’93 (nessuna vittoria) è il primo pentito della mega inchiesta di Soprani
Gianluigi Barsottelli, trentaquattrenne di Camaiore, professionista dal ’93 (nessuna vittoria) è il primo pentito della mega inchiesta di Soprani. Cosa faceva a Ferrara? «Facevo i test di valutazione e le analisi del sangue quasi tutti i mesi. Si cercava sempre qualcosa per andare più forte, quando agli inizi degli anni 90 si sparse nel gruppo la notizia dell’Epo e della sua efficacia, cominciai anch’io a prenderla». Ma chi le propose per la prima volta la cura? «Nessuno in particolare. Nel gruppo, ripeto, lo sapevano tutti cosa faceva la differenza. Se ne parlava spesso, in generale». E lei come faceva? «Facevo da solo. Mi procuravo l’Epo in Svizzera. Costava cara: circa 140 mila lire la fiala. Dopo un po’ ho dovuto smettere perché non me lo potevo permettere». Ma per le dosi come si regolava? «Un po’ a occhio: una mezza fiala ogni due giorni, così...». [...] Nonostante il trattamento, però, non sembra abbia fatto grandi risultati. Perché? «Non saprei. Non andavo. Forse sbagliavo le dosi. Non ne facevo abbastanza di Epo. Oppure non avevo le qualità per fare il ciclista».