Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  giugno 06 Mercoledì calendario

Margaret (Margarete Buber Neumann), detta Grete, cresce nella Prussia weimariana, sposa Rafael Buber (il cui padre è il celebre teologo Martin), gli dà due figli che le vengono tolti subito e non vedrà mai più

Margaret (Margarete Buber Neumann), detta Grete, cresce nella Prussia weimariana, sposa Rafael Buber (il cui padre è il celebre teologo Martin), gli dà due figli che le vengono tolti subito e non vedrà mai più. Nel ’29, si lega a Heinz Neumann, dirigente del Kpd (Partito comunista tedesco). Soggiorna con lui a Mosca, Hotel Lux. Presto il loro diventa un aspettare l’arresto, il processo farsa, la deportazione in Siberia. Heinz Neumann sparisce e non se n’avrà più notizia. Grete viene trasferita di gulag in gulag. Nel ’40, i sovietici, in seguito al patto segreto Molotov-Ribbentrop, la consegnano ai tedeschi. Lei, rossa disillusa, non smette di essere antihitleriana. La internano a Ravensbrück, lager per detenuti politici, dove resta fino alla fine della guerra. Tre scritti autobiografici testimoniano il suo percorso: Prigioniera di Hitler e Stalin, Milena l’amica di Kafka (usciti in Adelphi) e Da Potsdam a Mosca (il Mulino). Nel primo l’esperienza concentrazionaria comunista e nazista, nel secondo Ravensbrück e l’amicizia con la Jesenská che vedrà morire, nel terzo, pare il più bello, la Prussia weimariana e le successive tappe della vita di Grete, dentro e fuori del lager.