Giovanni Maria Bellu su la Repubblica del 06/06/01 a pagina 1., 6 giugno 2001
A Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, per molto tempo i pescatori hanno trovato in mare corpi di clandestini asiatici morti durante il naufragio di un ferry boat nel dicembre del 1996
A Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, per molto tempo i pescatori hanno trovato in mare corpi di clandestini asiatici morti durante il naufragio di un ferry boat nel dicembre del 1996. Un pescatore: «Abbiamo issato la paranza e l’abbiamo aperta sul ponte. In mezzo al mucchio del pescato c’era il corpo ancora intatto di un uomo scuro di carnagione sui venticinque - trent’anni. La pelle era in parte mangiata dai pesci. Gli altri che erano a bordo sono scappati per non vedere. Prima di ributtarlo in mare non ho potuto fare a meno di notare che quel poveretto portava a un dito un anello dorato con una piccola pietra rossa a forma di piramide. Ho tirato via quel cadavere dal mucchio. Mi faceva pena e orrore. La vista di quell’anello mi ha fatto pensare alla sua vita, ai suoi familiari. Ti vengono in mente mille cose in momenti così. Poi ci ragioni e ti rendi conto che era un clandestino, che veniva da molto lontano, che è molto difficile, se non impossibile, rintracciare i parenti. E poi non c’è più niente da fare: è morto. E ti ricordi di quel collega che ha fatto il suo dovere, ha portato un cadavere a riva, ed è stato bloccato in porto dalla burocrazia: giorni e giorni di lavoro perduti tra verbali e interrogatori. L’ho sollevato per avvicinarlo al parapetto e buttarlo giù, come avevano già fatto altri, come abbiamo continuato a fare per un altro mese e mezzo noi di Portopalo, fino a che abbiamo smesso di trovare nelle reti cadaveri interi o pezzi di cadaveri. Ho fatto un passo con quel corpo in braccio. Ho sentito un tonfo. Il collo non aveva retto il peso della testa. Forse perché era in mare già da una settimana, forse perché i divaricatori dello strascico l’avevano in parte decapitato. Ho chiuso gli occhi, l’ho scaraventato in acqua, poi, con gli occhi sempre chiusi, ho preso una pala, ho raccolto la testa e ho lanciato anche quella in mare. Avevo i brividi, per un po’ non sono riuscito a guardare verso quel punto. Ho aperto la pompa e ho inondato il ponte. Il getto ha aperto il mucchio e molti pesci, anche pregiati, sono finiti in acqua. Era il 3 o 4 gennaio del 1997».