Mariarosa Mancuso sul Corriere della Sera del 05/06/01 a pagina 35., 5 giugno 2001
Come scrive Giuseppe Ferrandino: «Seduto in una bella poltrona da ufficio, con il portatile sulle ginocchia
Come scrive Giuseppe Ferrandino: «Seduto in una bella poltrona da ufficio, con il portatile sulle ginocchia. Mi stanca meno che tenerlo sulla scrivania. Batto sulla tastiera del computer con dieci dita. Ho imparato quando scrivevo le sceneggiature per i fumetti e lo consiglio a tutti. Bastano tre giorni di esercizio (io però avevo fatto un po’ d’allenamento col pianoforte). Non ho orari preferiti. Quando sono immerso in un romanzo lavoro giorno e notte. Mentre scrivo bevo solo qualche caffè, sono già abbastanza eccitato di mio. Non uso scalette, mi basta la prima frase, in cui è già contenuto tutto quel che seguirà. Le correzioni le faccio al computer, con tutti i guai che ne derivano, seguiti dalla ricerca affannosa dei vecchi dischetti. Dovrei stampare e correggere a penna, ma ogni volta rifaccio lo stesso errore. Per insicurezza, quando ho un libro in cerca di editore, correggo e taglio molto. Poi però torno sempre alla prima versione. I miei lettori di fiducia variano molto a seconda del momento. Seguo i loro consigli ciecamente, a volte sbagliando. Quando il libro è finito mi sento leggero e molto felice».