7 giugno 2001
Una telecamera grande come una pillola che si inghiottisce con un sorso d’acqua. La nuova frontiera della gastroscopia è in via di sperimentazione all’Università Cattolica di Roma (Policlinico Gemelli) e all’ospedale San Giovanni Battista di Torino
Una telecamera grande come una pillola che si inghiottisce con un sorso d’acqua. La nuova frontiera della gastroscopia è in via di sperimentazione all’Università Cattolica di Roma (Policlinico Gemelli) e all’ospedale San Giovanni Battista di Torino. Si tratta di una tecnica rivoluzionaria: una pillola lunga un centimetro e mezzo, del diametro di 7 millimetri e del peso di 20 grammi, che incorpora una piccolissima telecamera, una fonte di luce, una microbatteria e un’antenna. Attraversando lo stomaco e l’intestino tenue (dove si ferma per circa quattro ore), la ”tele-pasticca” invia due immagini al secondo a un dispositivo, che il paziente porta agganciato al fianco come un telefono cellulare e che funziona come un piccolo videoregistratore. In questo modo, diventano facilmente individuabili i primi sintomi di qualsiasi problema all’apparato digerente. Visionando più volte il filmato, il medico ha la possibilità di fare una diagnosi molto precisa. La nuova tecnica, la cui sperimentazione è cominciata nel febbraio scorso su una ventina di soggetti, ha finora dato risultati eccellenti : tutti i pazenti hanno tollerato senza problemi la procedura .