7 giugno 2001
La prima volta che succede, è naturale spaventarsi. E invece, quando vedete vostro figlio perdere sangue dal naso (tecnicamente si parla di epistassi) non è il caso di allarmarsi troppo
La prima volta che succede, è naturale spaventarsi. E invece, quando vedete vostro figlio perdere sangue dal naso (tecnicamente si parla di epistassi) non è il caso di allarmarsi troppo. Non ci credete? Le statistiche aiutano a spazzare via le vostre ansie di mamme: nei primi cinque anni di vita il 30 per cento dei bambini va incontro ad almeno un episodio di epistassi. E nella stragrande maggioranza dei casi, se riguarda l’infanzia, non è collegato in nessun modo a una malattia e non ne rappresenta una spia. «Se l’evento si ripete spesso - spiega la dottoressa Giovanna Weber, pediatra dell’ospedale San Raffaele di Milano - la causa è nell’anatomia del naso, dove i vasi sanguigni sono numerosi. In modo particolare, la zona vicino al setto, che è molto ricca di capillari superficiali. Tutte condizioni, però, destinate a cambiare con la pubertà, periodo in cui la fragilità dei vasi sanguigni diminuisce. Per questa ragione il disturbo si riduce con il passaggio all’adolescenza». Allora se la perdita di sangue dal naso capita spesso a vostro figlio, soprattutto quando è piccolo, fatevene una ragione. E anziché spaventarvi senza motivo, e trasmettergli così l’ansia, cercate piuttosto di correggere le sue abitudini di tutti i giorni. Un esempio? Ripetetegli di non mettere le dita nel naso: non è soltanto una questione di buona educazione, ma anche un modo per ridurre il rischio di piccole emorragie. Perché ai piccoli basta infilare un dito nella narice, per graffiarla inavvertitamente o portar via con l’unghia una crosticina. E provocare così una fuoriuscita di sangue. Se comunque dovesse succedere, prima di farvi prendere dal panico, fate questa semplice operazione: date un’occhiata alle unghie del bambino. Se portano ancora le tracce dell’’ispezione”, avete la prova definitiva che è andata proprio così.