7 giugno 2001
Non pensate di decidere da un giorno all’altro di andare a rilassarvi su una spiaggia esotica o di esplorare una foresta sudamericana
Non pensate di decidere da un giorno all’altro di andare a rilassarvi su una spiaggia esotica o di esplorare una foresta sudamericana. Questo è un genere di vacanza che va programmato con un po’ d’anticipo. E non per il rischio di trovare il tutto esaurito, ma per prevenire nel miglior modo possibile le malattie diffuse nei paesi caldi. Ci sono vaccini che vanno somministrati anche sei mesi prima di mettersi in viaggio. «E poi c’è la prudenza, che non deve mai mancare» avverte Zeno Bisoffi, direttore del Centro di malattie infettive dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, vicino a Verona. «Non è detto che chi sceglie un hotel a cinque stelle o un villaggio turistico di lusso possa stare tranquillo. La categoria dell’albergo non è una garanzia: l’unica sicurezza è l’igiene. State sempre con gli occhi aperti. Nelle mete esotiche classiche, comunque, il rischio è bassissimo se non addirittura nullo. Cuba, l’Egitto, la Thailandia, le Mauritius, le Seychelles, ad esempio, sono mete piuttosto sicure». L’importante è prendere l’aereo soltanto dopo aver raccolto tutte le informazioni sul paese scelto. Non limitatevi, però, ai dépliant delle agenzie di viaggio, ma consultate sempre uno specialista. I pericoli principali sono tre: il cibo, l’acqua e le zanzare. Le zone rurali e le periferie delle città dell’Africa e dell’America Latina sono i luoghi più a rischio. Chi va al mare, piuttosto che alla scoperta di foreste, animali e villaggi, può invece partire più tranquillo. «Non esistono, comunque, posti a rischio zero» conclude Bisoffi. «Qualche tempo fa, ad esempio, c’è stata un’epidemia di salmonellosi in un famoso villaggio turistico, che non è in Tanzania né in Messico: si trova in Italia».