7 giugno 2001
Sapevate che quasi il 60 per cento di chi abita nei paesi industrializzati ha problemi di schiena più o meno gravi? «Sembrerebbe un paradosso - spiega il dottor Tomasz Nizegorodcew, chirurgo ortopedico dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma - perché, in biologia, un problema che riguarda la maggioranza dovrebbe essere la norma
Sapevate che quasi il 60 per cento di chi abita nei paesi industrializzati ha problemi di schiena più o meno gravi? «Sembrerebbe un paradosso - spiega il dottor Tomasz Nizegorodcew, chirurgo ortopedico dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma - perché, in biologia, un problema che riguarda la maggioranza dovrebbe essere la norma. Ma in questo caso non è così, fortunatamente». La colonna vertebrale è un organo composto da 32 vertebre, collegate tra loro da articolazioni: il disco intervertebrale (il più conosciuto, responsabile di molta parte dei dolori della colonna vertebrale) e le articolazioni intervertebrali. Le articolazioni e i dischi sono collegati e rinforzati da un sistema di legamenti e capsule articolari molto importante. grazie a questa struttura che la colonna, anche se composta da tante parti diverse, riesce a essere stabile. Però, proprio perché è un organo complesso, è vulnerabile: tutti questi elementi possono contribuire al dolore. Ma non allarmatevi: anche una spina dorsale sana, sollecitata in modo anomalo, può reagire con un dolore, è un meccanismo di autodifesa, che può dipendere da un sovraccarico ma anche dalla colonna stessa, che non reagisce normalmente anche a uno sforzo normale. «L’ernia del disco non è una malattia di per sé - sostiene il dottor Nizegorodcew - è un incidente di percorso nella storia naturale di una malattia che si chiama discopatia degenerativa cronica. Perché compaia l’ernia il disco deve essere malato, e per moltissime ragioni: ereditarie, di struttura interna, di morfologia. E, naturalmente, per l’uso che si fa della spina dorsale durante la vita. Chi passa le sue giornate seduto o in piedi, avrà maggiori probabilità di avere un disco degenerato rispetto a chi ha fatto un po’ di attività sportiva, e soprattutto ha fatto molto moto».