7 giugno 2001
Colliri. Sono il rimedio più comune per le malattie degli occhi. «La loro efficacia - spiega Stefano Bonini, professore associato della Clinica oculistica della seconda università di Roma, Tor Vergata - è maggiore rispetto agli altri farmaci perché il principio attivo si applica direttamente sulla parte malata
Colliri. Sono il rimedio più comune per le malattie degli occhi. «La loro efficacia - spiega Stefano Bonini, professore associato della Clinica oculistica della seconda università di Roma, Tor Vergata - è maggiore rispetto agli altri farmaci perché il principio attivo si applica direttamente sulla parte malata. Così la patologia si risolve più in fretta». In commercio ne trovate diversi: dalle lacrime artificiali, ideali per chi usa le lenti a contatto, ai colliri antibiotici o vasocostrittori per le infezioni più diffuse dell’occhio. «Molti - continua Bonini - si acquistano in farmacia, senza bisogno di prescrizione medica». In genere non ci sono particolari controindicazioni, salvo in caso di eccessi, che a volte possono comportare effetti collaterali indesiderati. «Se per esempio usate a lungo un collirio al cortisone per una comune congiuntivite non infettiva, potete avere quella che noi chiamiamo ”reazione paradossa”, cioè un’irritazione prolungata simile a quella che si sta cercando di curare. Utilizzate quindi i colliri sempre dietro il consiglio del medico, leggendo attentamente le istruzioni e ricorrendo all’oculista per ogni dubbio o problema». La maggioranza dei colliri in commercio contiene, oltre al principio attivo, sostanze conservanti che mantengono a lungo il prodotto. Ma che, nelle persone più sensibili, possono causare allergie e danni alla superficie dell’occhio: «Perciò - dice Bonini - è meglio acquistare colliri monodose: nel formato più piccolo ci sono ovviamente meno conservanti».