Francesca Mazzucato, Babilonia gennaio 2001, 12 giugno 2001
«Si può parlare di una lobby gay in Italia? Purtroppo no. Come in tutti i gruppi che subiscono un complesso di inferiorità (e la maggior parte dei gay ce l’ha), i gay italiani non riescono ad organizzarsi in lobby dichiarate e scoperte
«Si può parlare di una lobby gay in Italia? Purtroppo no. Come in tutti i gruppi che subiscono un complesso di inferiorità (e la maggior parte dei gay ce l’ha), i gay italiani non riescono ad organizzarsi in lobby dichiarate e scoperte. Esistono certamente, in Parlamento o in altri ordini del potere, tacite congiunzioni politiche gay che però non costituiscono vere lobby o centri di pressione; e questo è male. Però cosa accade in pubblicità? Mai come in questi ultimi anni sembra che si sia identificato un target di consumo gay... Perché i pubblicitari, che sono più veloci e autonomi dei politici hanno capito che c’è un vasto bacino d’utenza e cominciano a buttarci le reti. Ma si tratta di un bacino di possibili consumatori, non di una lobby. una questione economica. Hai amato più uomini o donne nella tua via? Solo donne. Hai fatto più sesso con gli uni o con le altre?Secondo te, Francesca, perché alla mia età e con la mia abitudine ad infrangere tabù non ho mai parlato della mia vita sessuale? E non per vergogna o per pudore. Ho fatto, spero, quasi tutto, con uomini, con donne e con trans; ma non voglio essere colpito dalla sindrome di Oscar Wilde. Cioè? Oscar Wilde, una delle più straordinarie intelligenze degli ultimi secoli, viene ricordato prevalentemente per la sua omosessualità e per le vicende ad essa collegate» (Giordano Bruno Guerri alla scrittrice Francesca Mazzucato) .