Andrea Tarquini su La Repubblica del 12/06/01 a pagina 25., 12 giugno 2001
Dai prossimi giorni la Sea Change, una nave olandese porta container ridipinta in verde e attrezzata a modernissima unità ospedale dall’organizzazione Women on waves, attraccherà al largo dei paesi dove vigono le più severe leggi antiaborto, e offrirà interruzioni di gravidanza gratuite in acque internazionali a tutte le donne che lo richiederanno
Dai prossimi giorni la Sea Change, una nave olandese porta container ridipinta in verde e attrezzata a modernissima unità ospedale dall’organizzazione Women on waves, attraccherà al largo dei paesi dove vigono le più severe leggi antiaborto, e offrirà interruzioni di gravidanza gratuite in acque internazionali a tutte le donne che lo richiederanno. Oltre il limite delle 12 miglia delle acque territoriali, vige infatti la legge del paese di cui la nave batte bandiera, e in Olanda l’aborto è totalmente legale. L’ultracattolica Irlanda è il primo bersaglio della nave degli aborti, e i militanti per il diritto alla vita del nascituro chiedono di fermare la dottoressa Gomperts, ginecologa e una delle maggiori attiviste di Women on waves, con un mandato di cattura internazionale. La dottoressa olandese ha replicato con le cifre: ogni anno in Europa muoiono settantamila donne per aborti illegali praticati in condizioni igieniche disastrose, e seimila irlandesi sono costrette ad affrontare le spese di costosi viaggi verso il Regno Unito per interrompere gravidanze non volute, e spesso pericolose. Numerosi i rischi che corre la nave: gruppi antiarbortisti americani hanno minacciato di noleggiare un sommergibile e silurare la Sea Change, e alcune marine da guerra sudamericane sono pronte per delle mobilitazioni. Inoltre Lawrence Gonzi, vicepremier di Malta che è il secondo paese bersaglio della nave, vuole colpire con sanzioni penali ogni cittadina dell’isola che salirà a bordo della nave olandese.