G. L. Bonelli, Tex n. 125, 14 giugno 2001
«Non rendermi più amara la fine, Myriam. Ti parlo forse io della tua ormai scomparsa bellezza? Non irridermi, Mefisto! Vi sono ancora specchi in questa mia casa vagante senza sosta
«Non rendermi più amara la fine, Myriam. Ti parlo forse io della tua ormai scomparsa bellezza? Non irridermi, Mefisto! Vi sono ancora specchi in questa mia casa vagante senza sosta. E ci guardi dentro qualche volta? Vai all’inferno! Anche dopo tutti questi anni, sei rimasto il diavolo d’una volta! Ah, ah, ah... non arrabbiarti, mia antica e quasi dimenticata fiamma! E non parlare d’inferno! Fra non molto dovrò varcarne le roventi soglie, perciò tieni nell’arido cuore la tua ira e lascia che io parli a colui cui dovrò passare il mio potere! Noo! Lascia stare mio figlio. Maledetto tizzone d’inferno! Ricordo le orribili ore passate ad assisterti nei tuoi diabolici esperimenti e non voglio che anche Blacky... Taci» (da ”Tex”).