Marco Giovannini su Panorama del 07/06/01 a pagina 189., 7 giugno 2001
Il 6 giugno scorso, al Centre Pompidou di Parigi si è aperta la mostra "Hitchcock e l’arte: fatali coincidenze" (duecento fra quadri e sculture, 600 manifesti, foto di scena, scenografie, sceneggiature, spezzoni di film, memorabilia, album e filmini privati)
Il 6 giugno scorso, al Centre Pompidou di Parigi si è aperta la mostra "Hitchcock e l’arte: fatali coincidenze" (duecento fra quadri e sculture, 600 manifesti, foto di scena, scenografie, sceneggiature, spezzoni di film, memorabilia, album e filmini privati). Secondo gli organizzatori, Alfred Hitchcock, esperto divulgatore d’arte, inserì nei suoi film numerosi riferimenti alle maggiori correnti artistiche del ’900. Tra gli artisti citati, René Magritte, Francis Picabia, Antonio Donghi, Edvard Munch, Man Ray, Alberto Martini, Max Ernst. La mostra è divisa in sezioni tematiche, su alcuni schermi scorrono clip di abbracci e strangolamenti, sul muro un’epigrafe di François Truffaut («Tutte le scene d’amore sono girate come assassinii e tutti gli assassinii come scene d’amore») e la riproduzione del "Bacio" di Rodin, ispirato al bacio di "Notorius", il più lungo della storia del cinema. In video anche le comparsate (scaramantiche) del regista, e in una trentina di bacheche gli oggetti più famosi: gli occhiali rotti di "Uccelli", il collier de "La donna che visse due volte", la cravatta assassina di "Frenzy", la macchina fotografica de "La finestra sul cortile". C’è anche il quadro di Dante Gabriele Rossetti che ispirò la celebre inquadratura di Ingrid Bergman, e uno di Odilon Redon, che fornì il modello di una scena con Kim Novak. Un’intera stanza è dedicata alla ricostruzione della scena del sogno in "Io ti salverò", disegnata da Salvator Dalì, che poi regalò al regista un bozzetto intitolato "L’occhio", finito nella stanza da letto di Hitchcock.