14 giugno 2001
Giuli Luigi, di anni 39, detto ”er cipolla”. Capelli rossi e dritti, manovale part time, precedenti per spaccio, viveva a La Rustica, Roma, nella casa di Serio Enza, di anni 39, due volte vedova, l’attuale marito in carcere, tre figli, Francesco, di anni 19, Gaetano, di anni 11, e Simone, di mesi 21
Giuli Luigi, di anni 39, detto ”er cipolla”. Capelli rossi e dritti, manovale part time, precedenti per spaccio, viveva a La Rustica, Roma, nella casa di Serio Enza, di anni 39, due volte vedova, l’attuale marito in carcere, tre figli, Francesco, di anni 19, Gaetano, di anni 11, e Simone, di mesi 21. Intorno alle 7 e 30 di sabato 3 suonò alla porta il ragazzo del bar con cappuccino e cornetto. Insieme con lui il vecchio amico della Serio, Di Francesco Remo, di anni 31, affetto da disturbi psichici, che aveva avuto l’idea di offrir la colazione. Il Giuli aprì ai due, congedò il barista, si prese in mano bicchiere e cornetto e invitò il Di Francesco a entrare. Quello attese che si girasse per andare in cucina e gli fracassò il cranio con una martellata. Trascinò il cadavere fino al cortile, lo caricò sulla sua Panda Van e ricominciò col martello: altri cinque colpi in testa e in faccia. Chiuse il portellone, se ne andò a Tor Lupara e gettò il Giuli in un cassonetto in via di Tor Sant’Antonio, 17° chilometro della Nomentana, vicino alla villa di Gianni Morandi.