14 giugno 2001
Allocca Marina, di anni 36. Bionda, piuttosto bella e curata nel vestire, depressa da tempo, anoressica, instabile, un tentato suicidio coi barbiturici, era assai peggiorata da quando il marito, Casciello Michele, di anni 40, impiegato in un centro commerciale, l’aveva lasciata sola nella loro casa di Pompei ad accudire due canarini e tre figli
Allocca Marina, di anni 36. Bionda, piuttosto bella e curata nel vestire, depressa da tempo, anoressica, instabile, un tentato suicidio coi barbiturici, era assai peggiorata da quando il marito, Casciello Michele, di anni 40, impiegato in un centro commerciale, l’aveva lasciata sola nella loro casa di Pompei ad accudire due canarini e tre figli. Il più grande, Alessandro, di anni 16, capelli castani, timido, voti alti al liceo scientifico, appassionato di calcio, s’era disperato pure lui che il padre fosse andato via, litigava continuamente con la Allocca e un mese fa aveva tentato di buttarsi dalla finestra. Intorno alle 6 di venerdì mattina, il fratello Massimo di anni 13 ancora a letto, entrò nella camera della madre, dove dormiva anche il fratello Stefano, di anni 9, e la soffocò, forse stringendole la gola, forse con un cuscino. Lasciò in cucina il foglio dove spiegava ch’era colpa della donna se il padre era andato via, prese 700 mila lire da una cassetta di ferro e fuggì. La sera si costituì. In un decoroso appartamento al secondo piano nel parco dei Gerani, un grappolo di palazzoni marrone chiaro alla periferia di Pompei, Napoli.