14 giugno 2001
Attardi Angela, di anni 60, moglie di un ex capitano di lungo corso, due figli, Angelo e Giuseppe. Insegnante d’inglese, benestante, proprietaria del noto stabilimento balneare Golden Beach a Meta di Sorrento, Napoli
Attardi Angela, di anni 60, moglie di un ex capitano di lungo corso, due figli, Angelo e Giuseppe. Insegnante d’inglese, benestante, proprietaria del noto stabilimento balneare Golden Beach a Meta di Sorrento, Napoli. Martedì aveva preso appuntamento con il suo consulente finanziario, Izzo Leopoldo, di anni 52, ex bancario, promotore per conto della Remar, società di intermediazione mobiliare di Brescia, bella casa con giardino, moglie, figli, due cani. Spaventata per i crolli in Borsa dell’ultimo periodo, la Attardi voleva che le restituisse il miliardo e 116 milioni che gli aveva affidato. Lui, forse per investimenti sbagliati, forse per condurre vita agiata, non li aveva più. Izzo fissò l’incontro non lontano dalla casa di sua madre, un vecchio palazzotto ristrutturato fuori dal paese. La fece secca con sei coltellate. Intorno alle 20 del giorno successivo la volante dei carabinieri in giro d’ispezione beccò Izzo che trafficava nel bagagliaio della sua Megane Scenic accanto alla casa materna. Scaricava i suoi acquisti: mattoni, un sacco di calce, uno di cemento a presa rapida, una cazzuola. Insospettiti, gli agenti fecero un sopralluogo nell’abitazione: chiazze di sangue su una poltrona in soggiorno, in bagno, nel corridoio, giù fino alla cantina, dove il cadavere della Attardi giaceva accanto alla parete, già nella posizione per esser murato. Izzo affermò di non sapere come mai fosse finito lì.