Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  giugno 14 Giovedì calendario

Caputo Antonio, di anni 29. Figlio di un falegname, elettrauto con officina a Teverola, Caserta, venditore abusivo di gas per auto, sposato, una figlia di 4 anni, tutti i risparmi spesi per un’Alfa 155 color amaranto comprata di seconda mano

Caputo Antonio, di anni 29. Figlio di un falegname, elettrauto con officina a Teverola, Caserta, venditore abusivo di gas per auto, sposato, una figlia di 4 anni, tutti i risparmi spesi per un’Alfa 155 color amaranto comprata di seconda mano. Intorno alle 23 e 30 di sabato 28 giunse al bar ”Oasi” di Giugliano, Napoli, per incontrare un amico che gli aveva chiesto in prestito l’auto perché non voleva far brutta figura a un matrimonio. Parcheggiò, lasciò le chiavi nel cruscotto e s’allontanò di qualche metro. Prese a chiacchierare con l’amico e non s’accorse che uno sconosciuto, sceso di corsa da una Golf scura guidata dal complice, s’era infilato nell’Alfa 155 e stava per rubargliela. Quando lo vide, il Caputo si lanciò verso l’auto, infilò la testa nel finestrino aperto e provò a bloccarlo. Quello estrasse la pistola e gli sparò per tre volte, l’ultima alla nuca. In via dell’Oasi Sacra, Giugliano, provincia di Napoli.