Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  giugno 14 Giovedì calendario

Ferro Emanuela, di anni 19, detta Nanà, occhi azzurri, caschetto castano chiaro, fidanzata, residente a Perosa Argentina, in fondo alla Val Chisone, Torino

Ferro Emanuela, di anni 19, detta Nanà, occhi azzurri, caschetto castano chiaro, fidanzata, residente a Perosa Argentina, in fondo alla Val Chisone, Torino. Iscritta al quinto anno del liceo scientifico ”Curie” di Pinerolo, tempo fa aveva cominciato a prendere ripetizioni di inglese dal marito della sua insegnante di Lettere, Matheson Dunn Grant, di anni 38, scozzese, da dodici anni in Italia, ex impiegato in un’azienda metalmeccanica, insegnante all’istituto ”Umberto I” di Torino. Baffi folti, impeccabile nel vestire, schivo e cupo, appassionato di Coleridge, declamatore della Ballata del vecchio marinaio, ch’era solito regalare ai suoi allievi, il Matheson s’era inutilmente invaghito dell’allieva. Alle 12 e 45 di sabato 19, pantaloni chiari e camicia a quadri, si recò all’uscita di scuola. La Ferro era già al volante della Punto cabrio grigia regalatale dal padre per i suoi 18 anni. Le s’avvicinò, impugnò la pistola con entrambe le mani e le sparò per sei volte. Urlò qualcosa in inglese e s’ammazzò pure lui. Poco prima aveva consegnato a un’amica della Ferro tre fogli in rima baciata in cui raccontava il suo amore. Nel parcheggio antistante il casermone giallo dell’istituto Curie, in mezzo a una folla di studenti in attesa del pullman per tornare a casa.