14 giugno 2001
Laklii Abdousaad, di anni 6. Marocchino, sei fratelli più grandi, figlio di Laklii Abdesselam, commerciante, e di Bewmahaida Jamila, trasferitisi in Italia 12 anni fa, una casa popolare a Falchera, periferia di Torino
Laklii Abdousaad, di anni 6. Marocchino, sei fratelli più grandi, figlio di Laklii Abdesselam, commerciante, e di Bewmahaida Jamila, trasferitisi in Italia 12 anni fa, una casa popolare a Falchera, periferia di Torino. Trascorse il pomeriggio di venerdì 25 giocando a pallone insieme al suo amichetto C., di anni 14, brasiliano, testimone dell’uccisione di suo padre, l’infanzia trascorsa a dormir nelle fogne, adottato 9 anni fa da un operaio Fiat e una casalinga, epilettico, spesso distratto, seguito a scuola da un’insegnante di sostegno, metà del suo tempo speso dentro al supermercato vicino casa. Intorno alle 19 i due presero a giocare col Game Boy sotto gli occhi dei genitori del Laklii. S’incamminarono poi di nascosto verso il paese vicino, lungo la strada che costeggia la ferrovia. Dopo cinque chilometri, scavalcarono la recinzione e si sistemarono vicino ai binari, dove il Laklii subì le attenzioni dell’amico. Alla fine si ribellò, infilò i pantaloni ma non le mutande e minacciò di raccontare tutto. Forse per sbaglio, forse per esser stato spinto, fu travolto dal convoglio Milano-Torino. Nei pressi della stazione Settimo Torinese.