Ernesto Galli della Loggia, Sette n. 13/2001, 18 giugno 2001
«Nella sua lettera a Bottai, Momigliano mira a sottrarsi alla legislazione razzista varata dal fascismo che prevedeva l’espulsione dall’insegnamento dei professori ebrei come lui e per far ciò rivendica i meriti fascisti suoi e della sua famiglia [
«Nella sua lettera a Bottai, Momigliano mira a sottrarsi alla legislazione razzista varata dal fascismo che prevedeva l’espulsione dall’insegnamento dei professori ebrei come lui e per far ciò rivendica i meriti fascisti suoi e della sua famiglia [...]. Stando così le cose – confermate da molte altre testimonianze – dovrebbe essere difficile, mi sembra, affermare oggi: a) che il fascismo sia stato fin dalle sue origini una ideologia di tipo razzista antisemita: b) che pertanto gli ebrei italiani abbiano rappresentato, in quanto tali, un gruppo almeno tendenzialmente ostile al regime [...]. Ma se questa distorsione storiografica è oggi possibile è anche perché negli anni successivi alla fine del fascismo uomini come Momigliano non hanno reso testimonianza alla verità [...]. Se si fosse testimoniato in questo senso avremmo capito meglio cosa fu il fascismo, le ambiguità di cui esso si nutrì e l’appoggio vasto che anche per questo gli venne dalla società italiana» (Ernesto Galli della Loggia) .