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 2001  giugno 16 Sabato calendario

Lunedì prossimo, nella chiesa di San Francesco a Pisa, l’équipe dell’antropologo Francesco Mallegni aprirà il sepolcro dove si suppone siano conservati i resti del conte Ugolino della Gherardesca, nobile pisano, morto nel 1288

Lunedì prossimo, nella chiesa di San Francesco a Pisa, l’équipe dell’antropologo Francesco Mallegni aprirà il sepolcro dove si suppone siano conservati i resti del conte Ugolino della Gherardesca, nobile pisano, morto nel 1288. Accusato di tradimento, Ugolino fu imprigionato nella Torre dei Gualandi dall’arcivescovo Ruggieri, insieme ai figli Gaddo e Uguccione e ai nipoti Anselmuccio e Nino. Trascorsi nove mesi, i reclusi furono lasciati morire d’inedia. Dante racconta la storia nel canto trentatreesimo dell’"Inferno", insinuando che il conte, spinto dalla fame, si fosse infine cibato dei suoi figli («poscia più che il dolor poté il digiuno»). L’équipe di scienziati guidata da Mallegni esaminerà i resti di Ugolino e dei suoi familiari per scoprire se l’episodio di cannibalismo riferito dal poeta corrisponda a verità.