Lidia Ravera su l’Unit del 21/06/01 a pagina 21., 21 giugno 2001
Lidia Ravera a proposito di Umberto Bossi: «Lo guardo nel fotogramma fisso del suo giuramento nordista: la camicia verde, il volto allungato, vagamente equino, la ruvida voce dei boschi e quello sguardo folle e tuttavia dimesso, che lo rende a un tempo alieno come gli psicopatici e familiare come un taxista di Verona, di quelli che se hai l’accento sbagliato fanno il giro più lungo per portarti dalla stazione all’albergo
Lidia Ravera a proposito di Umberto Bossi: «Lo guardo nel fotogramma fisso del suo giuramento nordista: la camicia verde, il volto allungato, vagamente equino, la ruvida voce dei boschi e quello sguardo folle e tuttavia dimesso, che lo rende a un tempo alieno come gli psicopatici e familiare come un taxista di Verona, di quelli che se hai l’accento sbagliato fanno il giro più lungo per portarti dalla stazione all’albergo... Per la sua età è un bell’uomo, per esempio. Ha una gestualità brechtiana, straniata, che confligge felicemente con i toni calorosi della perorazione. Il problema è quello che sta perorando, naturalmente».