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 2001  giugno 21 Giovedì calendario

Giorgio Squinzi, patron della Mapei, la più forte squadra ciclistica del mondo, punta su due giovani promesse, Filippo Pozzato («straordinario motore») e Fabian Cancellara («l’Indurain del futuro»): li ha scovati che avevano 18 anni e li ha portati immediatamente tra i professionisti perché tra gli Under 23 «il doping è peggio che tra i grandi

Giorgio Squinzi, patron della Mapei, la più forte squadra ciclistica del mondo, punta su due giovani promesse, Filippo Pozzato («straordinario motore») e Fabian Cancellara («l’Indurain del futuro»): li ha scovati che avevano 18 anni e li ha portati immediatamente tra i professionisti perché tra gli Under 23 «il doping è peggio che tra i grandi. A essere onesto non posso garantire al 100 per cento neanche per i miei corridori». Squinzi è nel ciclismo professionistico dal 1993: «Quando ho creato la mia squadra [...] non ne capivo nulla [...]. Al Giro d’Italia del 1996 il nostro uomo di punta era Abraham Olano, che si piazzò terzo dietro a Enrico Zaina e al vincitore Pavel Tonkov, e davanti a Ivan Gotti. Ebbene, tutti questi d’alta classifica avevano per preparatore il dottor Michele Ferrari, lo stesso che per sei mesi, due anni prima, avevamo avuto alla Mapei. Ma ce ne eravamo liberati quando scoprimmo che lui, oltre alla Mapei, seguiva anche una squadra avversaria, la Gewiss, e rivali di spicco come Moreno Argentin, Eugeni Berzin, Bjarne Rijs. Con risultati strabilianti. Non solamente gli uomini di Ferrari mietevano vittorie, ma lui stesso si arrogava l’autorità di decidere addirittura quali corse dovesse disputare ciascuno, compreso il nostro Olano. Alt, dissi, così non va. Dobbiamo cambiare assolutamente filosofia [...] Primo. Basta con i preparatori esterni. la squadra con i suoi tecnici e i suoi medici che deve seguire in esclusiva gli atleti, curarne l’allenamento, tutelarne la salute».