Elena Vaghi su Il VenerdÏ di Repubblica del 22/06/01 a pagina 174., 22 giugno 2001
Il 23 giugno si festeggia la nascita di San Giovanni (la nascita e non la morte perché, come la Madonna, secondo la tradizione cattolica venne liberato già nel grembo materno del peccato originale)
Il 23 giugno si festeggia la nascita di San Giovanni (la nascita e non la morte perché, come la Madonna, secondo la tradizione cattolica venne liberato già nel grembo materno del peccato originale). A sera, nei campi (e talvolta anche nelle piazze cittadine) si accendono fuochi in onore del santo, grandi falò di rovi e paglia per invocare i poteri purificatori del fuoco e scacciare così demoni, streghe e malasorte. La leggenda dice che a guidare gli spiriti sia Salomè: pentita di aver fatto decapitare il Battista andò a piangere sul suo cadavere, e lì fu investita da un fortissimo vento che la trascinò in aria, dov’è costretta a vagare per l’eternità. In realtà, l’usanza di accender fuochi la notte di San Giovanni ha le sue origini in campagna, dove i contadini fanno rotolare queste ruote infuocate giù dalle colline perché il sole continui a offrire la sua energia ai raccolti. Intorno ai fuochi si canta, si balla, si banchetta e si rinsaldano le amicizie (nel cosiddetto rito del "comparatico" o "compare di San Giovanni": un’unione dichiarata in questa notte è destinata a non finire mai). Il santo (che sul Giordano predicava il battesimo di conversione per il perdono dei peccati) è anche il protettore di tutte le acque: sorgenti, mari e fiumi nel suo giorno acquistano virtù salutari, tanto che si usa far bagni per vincere dolori alle ossa e crampi alle articolazioni. Anche la rugiada viene investita di virtù particolari: già nell’antica Roma le giovani donne ansiose di aver figli andavano a sedersi sull’erba umida, in Emilia ci si rotolava nudi sui prati per ringiovanire la pelle, mentre in altre zone d’Italia si diceva bastasse passeggiare dopo la mezzanotte oppure all’alba perché la guazza preservasse il corpo da qualsiasi corruzione.