Paul Hoffman, L’uomo che amava solo i numeri, Oscar saggi Mondadori 2000, 26 giugno 2001
Un metro e sessantacinque di altezza, cinquantanove chili di peso, Paul Erdós organizzò la sua vita per massimizzare il tempo da dedicare alla matematica (negli ultimi venticinque anni diciannove ore al giorno)
Un metro e sessantacinque di altezza, cinquantanove chili di peso, Paul Erdós organizzò la sua vita per massimizzare il tempo da dedicare alla matematica (negli ultimi venticinque anni diciannove ore al giorno). Celibe, senza lavoro, senza casa, viaggiava da un continente all’altro, si presentava alla porta di un collega dichiarando ”la mia mente è aperta”, studiava con lui finché non s’annoiava o il collega non ce la faceva più, e poi passava a un’altra casa. Una valigetta per il guardaroba e una radio. Giacca grigia, pantaloni scuri, camicia o giacca da pigiama, rossa o senape, scarpe di cuoio ungheresi fatte su misura per i suoi piedi piatti, così poca biancheria da costringere chi l’ospitava a lavargli calze e mutande più volte a settimana. «Dei socialisti francesi hanno detto che la proprietà privata è un furto. Io penso che sia una seccatura» (Erdós).