Luigi Bignami sul Corriere della Sera del 24/06/01 a pagina 24., 24 giugno 2001
Secondo una ricerca condotta dalla Unep (Union Nations Environment Programme) su immagini storiche e recenti attenute da satelliti Nasa, circa il 90 per cento delle fertili aree della Mesopotamia sono andate perdute forse per sempre, per l’errato sistema di irrigazione costruito negli ultimi 40 anni attorno al Tigri e l’Eufrate
Secondo una ricerca condotta dalla Unep (Union Nations Environment Programme) su immagini storiche e recenti attenute da satelliti Nasa, circa il 90 per cento delle fertili aree della Mesopotamia sono andate perdute forse per sempre, per l’errato sistema di irrigazione costruito negli ultimi 40 anni attorno al Tigri e l’Eufrate. L’area fertile che andava da 15 a 20 mila chilometri, ora interessa meno di 1.500-2.000 chilometri quadrati; tutto il resto è ormai sterile e coperto da una crosta di sali affiorati dal terreno in conseguenza dell’evaporazione che ha annientato le zone acquitrinose. Come conseguenza, circa mezzo milione di Marsh Arab, cultura antica di 5000 anni, erede della cultura sumera e babilonese, sono costretti a vivere in campi profughi. Inoltre rischiano la sopravvivenza 50 specie di uccelli acquatici e migratori, e alcuni mammiferi, tra cui la lontra di palude, possono già essere considerati estinti.