Ernesto Galli della Loggia, Sette n. 26/2001, 4 luglio 2001
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale la Jugoslavia chiese all’Italia che consegnasse quaranta presunti criminali di guerra tra cui il sottosegretario agli Interni che allora era il diccì Achille Marazza ma l’Italia non glieli consegnò giustificando il diniego con le efferatezze commesse dai partigiani titini contro i prigionieri fatti tra le file del nostro esercito
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale la Jugoslavia chiese all’Italia che consegnasse quaranta presunti criminali di guerra tra cui il sottosegretario agli Interni che allora era il diccì Achille Marazza ma l’Italia non glieli consegnò giustificando il diniego con le efferatezze commesse dai partigiani titini contro i prigionieri fatti tra le file del nostro esercito