Indro Montanelli, Corriere della Sera 28/6/2001, 28 giugno 2001
«Fra gli altri, andai a salutare il vecchio amico Bruno Cicognani, delizioso avvocato umanista, che, come ho già ricordato, scriveva un italiano terso come un cristallo e collaborava alla terza pagina del ”Corriere”
«Fra gli altri, andai a salutare il vecchio amico Bruno Cicognani, delizioso avvocato umanista, che, come ho già ricordato, scriveva un italiano terso come un cristallo e collaborava alla terza pagina del ”Corriere”. Lo trovai sconsolato. ”Di questi tempi - mi disse - non si sa più cosa scrivere. Di guerra no, visto come va e poi non è partita mia. Ma siccome mi hanno sollecitato un elzeviro stamani gliene ho mandato uno, figurati, sull’uso, nella nostra lingua del ’lei’ con relativa terza persona, che è un lascito spagnolo. In Italia, prima che arrivassero gli spagnoli, ci si dava del ’voi’, come infatti usano ancora i nostri contadini. Chissà se me lo pubbblicano...” Dopo qualche settimana il povero Bruno Cicognani, uomo timidissimo, si era dato quasi alla clandestinità, inseguito dagli improperi di amici e colleghi, costretti da un foglio d’ordine del partito, sotto minaccia di sanzioni disciplinari, ad adottare il ’voi’ non solo negli atti pubblici ma anche nei rapporti privati» (Indro Montanelli)