5 luglio 2001
Altro che spalancare le finestre, aumentare al massimo il getto d’aria condizionata, far girare vorticosamente le pale del ventilatore
Altro che spalancare le finestre, aumentare al massimo il getto d’aria condizionata, far girare vorticosamente le pale del ventilatore. Per dormire (e per addormentarsi) bene in piena estate, bisogna imparare a stare svegli di giorno. «Durante la stagione calda le nostre abitudini cambiano», dice Francomichele Puca, direttore del Centro disturbi del sonno di Bari, «le giornate sono più lunghe, ci sono più ore di luce, si mangia più tardi, si esce dopo cena. Spesso andiamo a letto a notte fonda e ci svegliamo comunque presto, per occupare il posto migliore in spiaggia. Tutto questo rompe l’equilibrio sonno-veglia e così chi di solito dorme senza problemi, si ritrova a fare i conti con le conseguenze di una notte in bianco». Per risolvere il problema bisogna innanzitutto recuperare il sonno perduto, magari ricorrendo al tipico «pisolino» nel primo pomeriggio. Ma quanto si deve dormire per stare bene? «Sette-otto ore è l’ideale», spiega Puca, «anche se c’è chi ne dorme cinque e si sente soddisfatto». In ogni caso, state tranquilli: l’insonnia estiva è un fastidio passeggero che, nella maggior parte dei casi, scompare dopo una decina di giorni, quando ci si abitua ai ritmi della nuova stagione. «E se proprio non riuscite a prendere sonno», continua Puca, «potete sempre ricorrere ai farmaci: per esempio alla melatonina, che non ha controindicazioni. Ma attenzione: sconsiglio le pillole per dormire a chi, in vacanza, tira tardi in discoteca e il giorno dopo si sveglia male. In questo caso, infatti, non si tratta di insonnia, ma di un problema causato dal cambiamento di abitudini che, molto spesso, scompare dopo qualche giorno senza bisogno prendere medicine».