sul Corriere della Sera del 26/06/01, 26 giugno 2001
Francesco Merlo sulle elezioni siciliane: «Va tuttavia respinta l’idea che a perdere le elezioni siano stati i migliori
Francesco Merlo sulle elezioni siciliane: «Va tuttavia respinta l’idea che a perdere le elezioni siano stati i migliori. Il voto, sbilanciato sino al grottesco, è infatti una rivolta contro la convinzione che la Sicilia sia il luogo deputato di ogni ignominia; contro l’ideologia che non vuole il Ponte perché sarebbe un regalo alla mafia; contro la certezza che un imprenditore a Milano crea ricchezza e in Sicilia la sottrae; contro la maleducazione stradale che è indisciplina a Milano e delinquenza a Palermo. E’ stato un voto eccessivo contro gli eccessi politici della Procura, e contro la letteratura masochista, alla Camilleri, che per divertire il mondo oltraggia la Sicilia. Una rivolta insomma contro l’idea che la Sicilia sia l’Inferno, e che i suoi soli abitanti possibili siano i personaggi tragici: o mafiosi come Provenzano o eroi come Falcone. Vogliosa di normalità, la gente siciliana è come schizzata fuori da una fessura e ha detto no alla tragedia. Ieri ha vinto il turgore della commedia di Cuffaro piuttosto che l’etica liberale di Martino. Vedremo chi alla lunga prevarrà tra Raffadali e Siracusa, tra Ferraù e Bradamante, tra Cuffaro e la Prestigiacomo» (sul Corriere della Sera del 26/06/01). Risposta di un tale Andrea Camilleri: «Nel suo editoriale del 26 giugno, Francesco Merlo non perde l’occasione per irridermi, parlando della mia "letteratura masochista che per divertire il mondo oltraggia la Sicilia". Vorrei dire a Merlo che la Sicilia è stata più volte oltraggiata da lui e dai suoi compagni berlusconiani (che odio con grande fervore) e che dei siciliani come lui m’è sempre importato ben poco, avendo trascorso gran parte della mia vita nella grande Roma» (sul Corriere del 04/07/01). Smentita di Andrea Camilleri: «Egregio direttore, con mio grande stupore ho letto sul Corriere di ieri, 4 luglio, una lettera a mia firma contro Francesco Merlo che io non mi sono mai sognato di concepire, scrivere, spedire. Si tratta di una mascalzonata pura e semplice. Le sarò grato se vorrà pubblicare questa mia» (lettera pubblicata sul Corriere del 05/07/01). Il Foglio sulla vicenda: «La testa ci fece dire che quella lettera pubblicata ieri sul Corriere della Sera, una lettera di insulti a Francesco Merlo per l’editoriale "Il Polo sud del Cavaliere", non poteva essere di Andrea Camilleri, e non solo perché era scritta tutta in italiano, ma perché peccava di volgarità (e Camilleri volgare non è), di rancore (e rancore Camilleri non ne ha), ma soprattutto di ingenuità, accusando Merlo di avere "oltraggiato la sicilia insieme ai suoi compari berlusconiani", regalando così Merlo a Silvio Berlusconi (o peggio, a Totò Cuffaro detto Putruna). La testa ci fece dire subito che non poteva essere che una vera lettera di un finto Camilleri».