6 luglio 2001
Un energy drink? Vale due caffe’. La moda è nata nei club e nelle discoteche dei paesi anglosassoni, ma ormai è diffusissima anche da noi
Un energy drink? Vale due caffe’. La moda è nata nei club e nelle discoteche dei paesi anglosassoni, ma ormai è diffusissima anche da noi. Protagonisti gli energy drink, bevande dai nomi stravaganti come «Red Bull» (Toro rosso) o «Shark» (squalo) che promettono un’esplosione di energia in chi le beve. Vero o falso? La dottoressa Giovanna Berlutti chiarisce: «Sotto molti punti di vista sono bevande assolutamente inutili. Prima di tutto perché sono troppo concentrate: in una lattina ci sono proteine, vitamine, caffeina, caramello ed estratti di piante. Ma sono anche troppo zuccherate per essere dissetanti». E come si spiega allora il loro successo? « tutta una questione di marketing: illudono di dare la forza di un toro perché contengono la taurina, un aminoacido (cioè un componente delle proteine) che comunque l’organismo già produce da sé in quantità più che sufficienti. Del resto non si sono inventati niente: gli antichi greci davano la carne di capra ai saltatori, promettendo di renderli agili, e la carne di toro ai lottatori perché si convincessero che così diventavano più forti». Ma a influenzare i consumi è anche la presenza di estratti di piante come mate e guaranà. «A parte il richiamo esotico alle pampas argentine, mate e guaranà servono soltanto ad aumentare il contenuto di caffeina, presente in tutte e due le piante. In effetti una lattina di energy drink contiene caffeina quanto due espressi o due lattine di una bibita a base di cola: ecco spiegato il loro effetto euforico e di resistenza alla fatica». Ma, insomma, sono nocive? «Non è mai stato provato. Comunque non se ne dovrebbe bere più di una lattina al giorno, e soprattutto mai a digiuno. Il rischio è l’acidità di stomaco».