Gaetano Alfetra sul Corriere della Sera dell’08/07/01 a pagina 31., 8 luglio 2001
Un secolo fa, la casa editrice Streglio pubblicò un manuale di duecento pagine dal titolo "Le buone usanze"
Un secolo fa, la casa editrice Streglio pubblicò un manuale di duecento pagine dal titolo "Le buone usanze". Tradotto e venduto anche all’estero, il libro suggeriva le regole e il contegno che le giovani devono tenere in diverse circostanze. Esempi: una giovinetta per bene deve vestire dimessa, i colori vistosi attirano l’attenzione. Solo d’estate, se accompagnata dai genitori o da una «signora seria», può permettersi abiti dai toni chiari. Per strada non deve mai voltarsi indietro: «Non c’è bisogno di dire che sola o accompagnata, una donna non si volta mai indietro; se un ineducato la segue faccia mostra di non accorgersene; se egli insiste, entri in un negozio e vi rimanga fino a che l’importuno si avveda che la sua galanteria non è accetta». Durante una festa, se il fidanzato non balla, lei deve astenersi: «Se il fidanzato acconsente, adempia pure ai suoi doveri, ma si ricordi che due occhi severi vigilano su di lei». Al mare, il costume deve essere scelto con severità: da evitare le scollature esagerate, le stoffe chiassose e «quelle che bagnate disegnano con soverchia evidenza le forme». Meglio la lana ruvida, turchina o nera: «Non aderisce troppo al corpo e serba la decenza».