Caterina Gromis di Trana su La Stampa dell’11/07/01 a pagina 3 dell’inserto Tst., 11 luglio 2001
Le migrazioni delle locuste non dipendono dalla scarsità di cibo né dalla ricerca di ambienti più favorevoli, ma semplicemente dal contatto fra gli animali
Le migrazioni delle locuste non dipendono dalla scarsità di cibo né dalla ricerca di ambienti più favorevoli, ma semplicemente dal contatto fra gli animali. La partenza avviene quando finisce il tempo della «fase solitaria» (in cui i singoli individui stanno a portata di voce ma non si spintonano) ed emerge la tendenza ad aggregarsi, tipica di tutti gli ortotteri. Questo passaggio si realizza gradualmente anche attraverso diverse generazioni: alcuni si ammassano in uno spazio ristretto, da cui partono le prde migratrici. La pioggia favorisce lo sviluppo della fase solitaria, mentre durante i periodi di siccità le locuste si raggruppano per necessità intorno alla vegetazione superstite.