Mario Ajello su Il Messaggero dell’11/07/01 a pagina 6., 11 luglio 2001
Da quando è tornato a Palazzo Chigi, Berlusconi ha analizzato nei minimi dettagli suppellettili e stanze, ripromettendosi di portarsi da casa gli arredi preferiti («E’ molto cambiato da quando lo lasciai nel ’94: servono rifiniture e abbellimenti»)
Da quando è tornato a Palazzo Chigi, Berlusconi ha analizzato nei minimi dettagli suppellettili e stanze, ripromettendosi di portarsi da casa gli arredi preferiti («E’ molto cambiato da quando lo lasciai nel ’94: servono rifiniture e abbellimenti»). «Ha semplicemente l’hobby di arredare le case, curando ogni particolare. Dai mobili ai quadri, dalle foto in cornice ai fiori e alle luci studiate in un certo modo» (Giuliano Ferrara). «I gusti di Berlusconi non corrispondono ai dettami trendy del grande architetto Norman Foster (autore della nuova cupola del Raichstag di Berlino), che ama l’acciaio, le luci abbaglianti, la vegetazione scarsa, i locali disadorni e la ruvidezza dell’archeologia industriale (tutto molto "cool"). Berlusconi è piuttosto un passatista, un classicista (poco ferro, molto legno), come dimostrano le direttive date per il G8 di Genova: "Calore, calore, ci vuole calore! Schermate quelle lampade, le luci devono essere soft e non sparate. Più gerani, servono molte più corone di gerani a Palazzo Ducale"», «Togliete quelle tende orribili!», «Via le antenne che deturpano i palazzi!», «Niente panni appesi alle finestre!».